recensione di Spirito Libero

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peppe_95
view post Posted on 19/3/2009, 14:38





Spirito Libero è un ottimo riassunto tra brani vecchi e nuovi della gloriosa carriera di questa grande cantante, in cima alle classifiche e ai cuori degli italiani da più di 15 anni.

Un percorso musicale quello di Giorgia composto da grandi successi, ottenuti dapprima sul palco del Festival di Sanremo e successivamente nei teatri e palasport più rinomati d’Italia, da scelte artistiche che virano prettamente su sonorità pop, da testi romantici (a tratti forse troppo sdolcinati), da melodie sognanti e orecchiabili, intervallate da alcuni esperimenti r’n’b (il disco Senza Ali del 2001 ne è la prova) e da influenze elettroniche (Ladra di Vento del 2003 e Stonata del 2007).

Una sola e indiscutibile costante nella figura di questa affascinante artista: l’imponente vocalità che la pone nell’olimpo delle cantanti più brave ed apprezzate della musica leggera italiana di sempre e che l’ha eretta ormai da tempo ad esempio per uno spropositato numero di aspiranti cantanti (sia femminili che maschili).

L’indubbia versatilità della voce della signorina Todrani (il vero cognome di Giorgia), forgiata nel background musicale dei club di jazz e blues, scenario prediletto della sua importante gavetta, ha reso possibile alla cantante l’esplorazione di diverse sfumature melodiche: da canzoni intense e dalla solenne interpretazione, passando per ritmi più scanzonati e leggeri, fino a coraggiose commistioni di suoni e parole, il pubblico ha seguito – e continua a seguire – Giorgia in questo viaggio, le cui tappe si sono rivelate a volte vincenti e ,in altre, forse un po’ forzate, ma comunque apprezzabili sotto vari aspetti.

Il packaging del progetto antologico Spirito Libero: Viaggi Di Voce 1992/2008 si compone di 3 cd, idealmente suddivisi secondo lo spirito e i denominatori comuni delle 44 tracce prescelte per creare questa interessante raccolta.

Il primo cd, intitolato Per abbracciarsi, include tutti i classici che hanno fatto della cantante una delle portavoci della grande melodia italiana al femminile: indimenticabili pezzi come E poi, Strano il mio destino, Di sole e d’azzurro e Come saprei hanno mietuto parecchi riconoscimenti e attestati di stima da parte dei fedeli spettatori del Festival di Sanremo, mentre altri brani come Dimmi dove sei e Tradirefare hanno incontrato soprattutto il favore dei network radiofonici.
Menzione a parte per Gocce di memoria: la celeberrima traccia, inserita nella colonna sonora del film La finestra di fronte e musicata da Andrea Guerra rientra a pieno titolo tra i brani più toccanti e sofferte del nuovo millenio, dimostrando l’intensità e la ricca matrice vocale di Giorgia.

Per liberarsi è il nome conferito al secondo disco, dominato da un’altra sfaccettatura del mondo artistico di Giorgia, ovvero quella musicalmente più scanzonata, dai ritmi maggiormente sostenuti e da testi – in alcuni casi – impegnati verso importanti questioni sociali: l’elettronica Mal di terra denuncia la grave disattenzione della gente verso l’ecologia e l’ambiente, mentre le veloci Vivi davvero e Libera la mente raccontano del bisogno di staccarsi da certi schemi, al fine di cercare una propria identità e di non omologarsi ad un modello che non permette facoltà di scelta alle persone; Spirito libero è una vera e propria dichiarazione di indipendenza, scaturita in un momento in cui la cantante si sentiva troppo condizionata dalle decisioni di manager e case discografiche (“Non sopporto più la televisione / Non sopporto chi ti vuole cambiare/ soltanto, si’ soltanto per sentirsi migliore”, recita la prima strofa).
L’ allegra e a tratti banale - nell’arrangiamento - La La Song rivela in realtà una sensazione di inadeguatezza verso certe situazioni di vita, specialmente nei rapporti con le altre persone – del resto, sin dal sottotitolo non credo di essere al sicuro s’intuisce che la tematica principale del brano riguardi una sensazione di incertezza verso alcuni ambienti e prospettive della realtà quotidiana.

Denso di piacevoli sorprese è il terzo cd, dal titolo Per (r)incontrarsi, nel quale l’instintivo intento di Giorgia di esplorare diversi campi musicali risplende in modo evidente: si parte dal nobile duetto con la mitica Mina sulle note di Poche parole, targata 2007 e ideale connubio di due delle voci più belle del panorama italiano di sempre, per poi continuare con l’altrettanto classica Vento di Passione, registrata con Pino Daniele, fino ad arrivare al geniale e dissacrante incontro con Elio e le storie Tese.
T.v.u.m.d.b. fu originariamente realizzata dal pittoresco gruppo con Giorgia nel 1996 - per Eat the Phikis, famoso album del complesso milanese - e tratta di una surreale relazione tra un uomo e una donna, vissuta attraverso alcuni luoghi comuni di quel periodo ("Come sei attraente tu che sogni quel cicciobombo dei Take That, fai le prime esperienze con il tuo gillette, quell'autoerotismo a base di doccino”) e raccontata tramite l’interessante contrapposizione delle due voci, quella calma e bassa di Elio e quella alta e a tratti concitata di Giorgia.

I richiami alle influenze della cantante romana si palesano attaraverso l’inserimento delle registrazioni live di due pietre miliari del repertorio soul- r’n’b mondiale: da una parte, l’interpretazione di (You make me feel like) A natural woman in collaborazione con il padre Alan Todrani che, insieme alla figlia, era solito esibirsi con il suo gruppo, gli Io vorrei la pelle nera, in alcuni stimati club della Capitale e la cover di I’m every woman, brano soul-dance portato al successo da Chaka Khan nel 1978 e ripreso, successivamente, da Whitney Houston nella colonna sonora di The Bodyguard: la versione di Giorgia, sebbene con le dovute differenze di base, è più che degna del paragone con l’originale, ulteriore segno che un certo tipo di filone musicale è più che mai nelle corde dell’artista.

4 sono le canzoni inedite disseminate tra i solchi del cofanetto, tra cui il primo singolo Per fare a meno di te, una delicata ballata che, scritta sulla musica di Fabrizio Campanelli e utilizzata per la soundtrack del recente film Solo un padre di Luca Lucini, restituisce al pubblico una Giorgia più delicata, raffinata, elegante ma di grande impatto, sempre più conscia dei limiti che intercorrono tra l’interpretazione e l’esercizio vocale, consapevolezza senz’altro acquisita con il passare degli anni.
Via col vento ha un deciso sapore black, con un ritornello molto gradevole ed orecchiabile sostenuto da un timbro di voce della cantante più scuro e affascinante che mai; Lacrime amare è un’insolito brano lento che cresce in progressione e in arrangiamento da strofa in strofa, creando un’atmosfera quasi sognante, irreale e sospesa anche grazie all’ottima vocalità di Giorgia, mentre Farei di tutto vira verso una tendenza pop-rock che mescola toni dolci a parole più sincere, dirette e ironiche che esplodono sul finale del brano in un crescendo di suoni e voce (“Farei di tutto per non diventare come te” sembra quasi urlare la cantante).

A completare il quadro della parte musicale del progetto vi sono i rifacimenti di alcune tracce della carriera discografica di Giorgia, in alcuni casi riproposti con una nuova veste strumentale, in altri con nuove stesure vocali: da segnalare decisamente la nuova versione di Strano il mio destino, arricchita sia nella voce che nei suoni da sfumature soul e r’n’b’, conferendo al pezzo una freschezza adeguata, contrapposta all’ormai sorpassato arrangiamento dell’originale; piacevole l’alone funky conferito a I heard it through the grapevine, celebre hit di Marvin Gaye targata 1968, così come è apprezzabile la riproposizione in chiave ancora più intimista e soft de L’eternità, brano contenuto in Ladra di Vento del 2003 e dedicato ad una persona scomparsa, ma che tutt'ora vive nel cuore dell’artista.

A corredare i 3 cd vi è anche un dvd, inserito nella versione deluxe di Spirito Libero: Viaggi di Voce 1992/2008, nel quale sono stati raccolti per l’occasione i 19 video musicali girati da Giorgia nei 15 anni appena trascorsi: i clip, seppur diretti nella maggior parte da validi registi come Sergio Pappalettera, Gaetano Morbioli e il coreografo/ballerino Luca Tommasini non brillano per particolare invettiva o per notevoli spunti, fatta eccezione per il video de La Gatta e di Marzo che, per quanto possano includere scelte visivamente discutibili, dimostrano un certo impegno e un adeguato impiego di budget nel preciso intento di differenziare Giorgia dagli altri artisti anche a livello iconico, oltre che a farne risaltare una piacevole femminilità (espressa benissimo anche nelle foto scattate per supportare il progetto grafico della raccolta).

Non c’è dato sapere se questo nuovo lavoro si tramuterà poi in un nuovo punto di partenza per questa grandissima voce italiana; ad ogni modo, finora, si è rivelato essere funzionale alla ragione per cui è stato concepito: offrire un riassunto paradossalmente ben dettagliato e ricco di una carriera supportata dall’affetto di un pubblico alla costante ricerca di emozioni da vivere.



fonte Song.it
 
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